La città
In passato Ivrea, che portava il nome di Eporedia, ha ricoperto una figura di posizione strategica in qualità di ultimo avamposto ai piedi delle Alpi, affondando le sue origini fino al periodo delle colonizzazioni Romane. Grazie alla importanza storica e alle particolari caratteristiche ambientali la città di Ivrea e il territorio circostante offrono una notevole quantità di interessi, sia dal punto di vista culturale che da quello turistico. La città si caratterizza per il suo storico carnevale, famoso in tutta Italia per la suggestiva battaglia delle arance. Domina la città il Castello costruito nel 1358 per volere del Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, quale simbolo del dominio sabaudo su Ivrea e il Canavese. Tre imponenti torri caratterizzano la struttura, che sorge vicino alla cattedrale e al palazzo vescovile.
L'area geografica che circonda Ivrea è caratterizzata dalla collina morenica della Serra, che identifica il limite settentrionale, a oriente, del Canavese; il confine occidentale è invece delimitato da Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Da visitare
Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa: istituito nel 2005, con l'obbiettivo di conservare e diffondere i documenti visivi realizzati in ambito d'impresa, ha sede nell'ex asilo olivettiano progettato da Mario Ridolfi e conserva circa 50.000 rulli di film realizzati a partire dai primi anni del Novecento dalle più importanti imprese italiane.
L'Associazione Archivio Storico Olivetti: fondata a Ivrea nel 1998 su iniziativa della società Olivetti e di importanti soci pubblici e privati, raccoglie e prosegue il lavoro di raccolta, riordino, conservazione, studio e promozione del vastissimo patrimonio archivistico della Olivetti, inizialmente (1986) avviato e condotto dall'Archivio Storico aziendale.
Museo a cielo Aperto dell'Architettura Moderna di Ivrea (MAAM): Inaugurato nel 2001, si sviluppa lungo un percorso di circa due chilometri che interessa via Jervis e le aree contigue su cui sorgono gli edifici più rappresentativi della cultura olivettiana. Lungo il percorso sono collocate sette stazioni tematiche informative che trattano temi riguardanti le vicende inerenti l'impegno della Olivetti nel campo dell'architettura, dell'urbanistica, del disegno industriale e della grafica pubblicitaria e i contesti culturali in cui queste vicende si collocano.
Museo civico P. A. Garda: inaugurato nel gennaio 2014, è articolato in tre diverse sezioni: la collezione archeologica - raccoglie le testimonianze della città e del suo territorio dall'età neolitica fino al periodo basso medievale, la collezione d'arte orientale - è il frutto della raccolta personale di Pier Alessandro Garda (oltre 500 opere provenienti dal Giappone) e della raccolta di Palazzo Giusiana che comprende diversi oggetti cinesi e di altri paesi asiatici, la collezione Croff - si compone di quadri di Giovanni del Biondo, Neri di Bicci, Bergognone, Carracci, Palizzi, Simi, Annigoni, Xavier e Antonio Bueno, De Chirico, pervenuti alla città grazie alle volontà testamentarie della signora Lucia Guelpa.
Campanile di Santo Stefano: Il campanile è l'unica testimonianza rimasta della chiesa romanica del complesso abbaziale dei monaci benedettini, fondato nel 1044. A partire dal '500 il complesso abbaziale ha subito una graduale demolizione che ha risparmiato solo la torre campanaria. Oggi il campanile ha uno sviluppo di sei piani suddivisi in altrettante campiture da archetti pensili e lesene. Il piano iniziale presenta delle aperture a feritoia mentre i successivi tre piani hanno: il secondo ancora feritoie, il terzo monofore e il quarto bifore su tutti i lati. Al quinto e sesto piano è evidente una riduzione di altezza, cessa la lesena centrale, compare una trifora più bassa delle bifore sottostanti. L'ornamento dell'edificio è costituito da lesene angolari e intermedie fino al quarto piano, un fregio marcapiano a denti di sega in mattoni a vista, archetti pensili affilati nei primi piani e più tozzi nei piani superiori.
Chiesa di San Gaudenzio: Splendido esempio di architettura barocca, la chiesa venne eretta tra il 1716 e il 1724, in seguito allo smantellamento della fortificazione preesistente nel sito posto alla destra della Dora Baltea, oltre l'abitato del Borghetto. Nel 1734, nella zona posteriore fu aggiunta la sacrestia con il coro superiore, mentre nel 1742 venne elevato il raffinato campanile, caratterizzato da quattro balconcini panoramici che un tempo si aprivano su ampi orizzonti. All'interno gli affreschi del pittore Luca Rossetti da Orta, eseguiti negli anni 1738-1739, rivelano le qualità dell'artista, sapiente organizzatore di spazi illusionistici e maestro nell'inscenare personaggi ammantati e solenni accanto a episodi di minuta narrazione.
Chiesa di San Nicola da Tolentino: La chiesa dedicata a San Nicola da Tolentino apparteneva all'omonima confraternita, la quale fece edificare tra 1605 e 1627. All'interno le pareti, dipinte dal pittore Cesare Chiala tra il 1683 e il 1694, presentano una decorazione illusionistica di gusto barocco, in cui si alternano, incorniciate da finte architetture, marmi e stucchi, le scene tratte dalla vita di San Nicola. Tra le opere di pregevole fattura vi sono quelle in legno intagliato, ovvero la porta di ingresso, una 'macchina' d'altare e gli stalli del coro che, realizzati dallo scultore Francesco Mabrito nel 1684, ritraggono episodi di vita e i miracoli di San Nicola da Tolentino.
Chiesa di San Bernardino: Il complesso conventuale dedicato a San Bernardino, edificato negli anni compresi tra il 1455 e il 1465, deve la sua erezione al culto verso il Santo senese che, secondo la tradizione e fonti storiche, aveva toccato Ivrea, nel 1418. Il trascorrere del tempo, l'abbandono da parte dei frati e le ripetute occupazioni di truppe militari portarono a una situazione di notevole degrado l'intera zona conventuale che, passata in mano ai privati dal 1805, fu acquistata nel 1907 dall'ingegnere Camillo Olivetti che adattò la struttura a propria residenza. Tra il 1955 e il 1958, l'insieme degli edifici è stato interessato da importanti lavori che hanno modificato l'aspetto soprattutto del convento con la demolizione dell'intera ala di ponente del chiostro e del fabbricato addossato al fianco sud della chiesa. La chiesa ospita una delle più importanti testimonianze rinascimentali del Piemonte: il ciclo pittorico della Vita e Passione di Cristo realizzato da Gian Martino Spanzotti sul muro divisorio della chiesa di San Bernardino. L'opera, secondo la più recente storiografia dell'arte databile tra il 1480 e il 1490, è formata da venti scene collocate attorno al grande riquadro della Crocifissione.
Cattedrale di Santa Maria Assunta: Il duomo sorge nella parte alta della città, sui resti di un tempio romano, sul quale venne edificata tra V e VI sec. la primitiva chiesa paleocristina. Al vescovo Warmondo si deve la radicale ricostruzione della cattedrale (dall'XI sec) con una pianta a tre navate con absidi contrapposte. Dell'edificio romanico originario, dopo le trasformazioni dei secoli successivi, sono ancora visibili il deambulatorio, il muro esterno dell'abside, i due campanili a pianta quadrata che si differenziano tra loro per l'articolazione delle aperture e la cripta sotterranea. Quest'ultima fu realizzata in momenti diversi: la parte più antica presenta un andamento anulare, con un tipico gioco di volte a crociera sostenute da snelle colonnine e capitelli tronco-conici; la parte più recente (XII-XIII sec.) si distingue per i capitelli a motivi vegetali o zoomorfici e le decorazioni parietali.
Castello di Ivrea: situato nella parte alta della città fu costruito nel 1358 su committenza di Amedeo VI di Savoia per scopi difensivi. Il complesso in cui fu inserito comprendeva le sedi principi del potere politico e religioso di stampo medioevale: Il Comune, il Capitolo vescovile e la Chiesa. Il poderoso edificio - a pianta quadrata con vasto cortile e rafforzata agli angoli da slanciate torri cilindriche, di cui la maggiore fu gravemente danneggiata nel 1676 da un fulmine - è chiamato da Giosuè Carducci castello "dalle rossi torri". Sensibilmente modificato nel corso dei secoli, dal 1750 al 1970 l'intera struttura è stata usata come carcere ed è stata completamente spogliata di tutti i preziosi arredi interni
Anelli dei Cinque Laghi: I percorsi escursionistici guidano alla visita chiunque cerchi una relazione attenta e discreta con un ambiente naturale di estrema bellezza e vulnerabilità, in una delle più belle zone del territorio.