Il paese
Il borgo di San Giorgio è ricco di storia e prestigio. Le sue origini sono legate ad una “curtis regia”, ripartizione amministrativa introdotta nell’età di Carlo Magno, il cui ricordo sopravvive nel nome della frazione Cortereggio. San Giorgio è governato per molti secoli dai Conti di Biandrate, tra conflitti e tregue: a metà Trecento essendosi rafforzata l’autonomia comunale, i conti concedono gli statuti, ma già verso fine secolo entrano in lite con la comunità e chiamano Amedeo VIII di Savoia a svolgere un ruolo di pacificatore. Nel 1518 il popolo si rivolta, attacca e saccheggia il castello ed infine nel 1631 San Giorgio passa definitivamente alla casa sabauda. L’Ottocento è il vero secolo dei lumi per San Giorgio, soprannominata “l’Atene del Canavese”, per i molti personaggi di ingegno: oltre a Carlo Botta e Antonio Michela si segnalano Teresa Belloc (contralto rossiniano), Carlo Vigna (ingegnere navale), Carlo Ignazio, Giulio e Matteo Pescatore (cattedratici e senatori) Michele Pechenino (incisore), e Marco Pechenino (grecista).
Da visitare
Il Museo civico 'Nòssi Ràis' è collocato nella casa natale dello storico Carlo Botta (1766-1837), il museo illustra la vita e le attività agricole e artigianali del passato in S. Giorgio Canavese (da cui il nome “le nostre radici”) con strumenti di lavoro, ricostruzioni di ambienti e abbigliamento dell’epoca. E’ un’imponente raccolta di documenti della cultura materiale, tra i quali spiccano esemplari originali dell’ottocentesca macchina fono stenografica del sangiorgese Antonio Michela che, in versione aggiornata, è ancora oggi utilizzata nel parlamento italiano. A poca distanza dal museo sorgono i principali monumenti di San Giorgio. La chiesa di Santa Maria Assunta conserva il campanile romanico, la facciata restaurata in forme rinascimentali e, all’interno, San Giorgio che uccide il drago in un affresco cinquecentesco della scuola di Defendente Ferrari (secondo altare della navata destra). Accanto alla piazza, sotto il portico trecentesco del Palazzotto Caffè del Centro, avvenivano nel medioevo scambi e contrattazioni e, forse, le riunioni della Credenza (il consiglio comunale del tempo). Sempre in zona sorgono l’attuale palazzo comunale, con facciata barocca, e alcune residenze storiche, visibili solo dall’esterno: Casa Boggio, Casa Prié, Casa Rigoletti, che ospitò il senatore Agnelli sfollato nel 1944-45, e Villa Belloc-Malfatti residenza della celebre cantante. L’edificio residenziale per eccellenza è il castello dei conti di Biandrate: la struttura originaria, probabilmente del XII secolo, fu interamente ristrutturata e trasformata nel Settecento. A circa tre chilometri dall’abitato, in un’area un tempo occupata da un piccolo villaggio abbandonato nel tardo medioevo, sorge infine il Santuario del Misobolo, meta di pellegrinaggi e passeggiate