Il paese
Sull'antica via per Macuniacum si sviluppa l'insediamento di Vialfrè che poi si trasformerà in borgo con relativo castello. Gualfredus è chiamato, nelle antiche carte, questo borgo costruito a cavallo della Morena in posizione dominante. A metà del 1200 Vialfrè è feudo dei Conti di S.Martino. Mancano poi notizie sul paese durante la guerra del Canavese del 1300; sappiamo però che la gente di Vialfrè prende parte al Tuchinaggio, distruggendo l'antico castello dimora dei feudatari. Il Tuchinaggio (1386-1391), è una rivolta popolare della gente delle montagne, delle colline e delle pianure canavesane contro i feudatari locali, con risvolti economici, politici e sociali importanti.
Intorno al secolo XIV la popolazione si rifugiò, durante le guerre tra i San Martino e i Biandrate, nella parte più alta del colle difesa dalle mura ed in cui erano contenuti ricetto e castello. Pochi resti rimangono dell'antico castello dei San Martino e qualche rudere del Monastero di San Nicola, al quale la tradizione popolare collega il tragico episodio della peste del 1630. Poco lontano da questi, sopra un colle, sorge il santuario, a pianta circolare, di San Maria della Rotonda. Nel secolo XVII a Vialfrè i Perrone presero il posto dei Conti di San Martino, poi si susseguirono altre famiglie fino ad arrivare al 1665 quando vennero eletti Tommaso Cauzono e Bartolomeo Baratono come sindaci e così via.
Nel 1869 a Vialfrè sono attivi tre filatoi di seta, con oltre 300 operai e nel 1870 si contano 508 abitanti, 137 famiglie e 128 case, 11 elettori politici e 84 elettori amministrativi (un secolo fa il diritto al voto era riservato solo agli uomini con redditi e studi di un certo livello).
Da visitare
Area Naturalistica "Pianezze" e Parco Artistico di "Land Art": situata a 1,5 Km dal paese l'area naturalistica è un territorio che alterna a splendide radure, boschetti di rovere, di acacie, di castagno di bagolaro, di pioppi ecc... Al centro del parco si può ammirare l'opera di land art di grandi dimensioni di Lidia Masala è realizzata tutta in pietra con la tecnica dei muretti a secco,
Il lago Paolet: È situato in una depressione tra due cordoni morenici, attribuibili alla pulsazione glaciale del Pleistocene medio; la sua alimentazione, non esistendo un immissario, è dovuta esclusivamente ad acque meteoriche (piogge).
Ricetto: Costruto nel punto più alto del paese, ben difeso da mura in pietra e da un fossato con ponte levatoio, il ricetto veniva utilizzato per immagazzinare le granaglie, il vino e altre vettovaglie; in caso di pericolo vi potevano trovare rifugio anche gli abitanti del paese.
La chiesa di San Michele: Dedicata a San Michele Arcangelo, fu eretta all’inizio del 1700 su iniziativa dell’allora parroco don Michele de Marchi su terreno di sua proprietà ed a sue spese. La chiesa è posta all’inizio del paese arrivando da San Martino.
Chiesa di San Pietro: L'antica parrocchiale dedicata a San Pietro, situata a pochi passi dal paese, presenta un'unica navata priva di abside ed un campanile databile alla fine del XI sec. che testimonia l'origine Medioevale della chiesa. Dopo la ricostruzione in epoca più tarda, dell'edificio romanico originario è rimasto integro solo il campanile a pianta quadrata che presenta molte analogie costruttive e stilistiche, con quello di Fruttuaria a S. Benigno e di Santo Stefano a Ivrea.
Chiesa Parrocchiale S.S. Pietro Paolo: Dedicata alla concezione di Maria Vergine, trova al culmine della collina dove si sviluppa il paese in prossimità del punto da cui si accedeva all’antico ricetto. Inaugurata nel 1767, presenta un’imponente facciata in mattoni, accompagnata da un alto campanile. L’interno è costituito da un’antica navata impreziosita da decorazioni barocche e da tre altari.