Descrizione
Il vescovo Warmondo inizia la ricostruzione della cattedrale con largo reimpiego di materiale romano e, tra la fine dell’XI e la metà del XII secolo, il duomo è completato con tre navate e due campanili a pianta quadrata. Nel 1464 viene realizzata una nuova sacrestia, ampliata poi nell'800, in cui sono custodite alcune opere di Defendente Ferrari, pittore attivo in Piemonte nel XVI sec. Nel ‘700 gli interventi, tra cui l’aggiunta di due cappelle nei pressi del presbiterio, si concentrano sugli interni, conferendo all'edificio un aspetto barocco. Nell’Ottocento infine l’ampliamento di una campata comporta la demolizione della facciata cinquecentesca, che viene ricostruita in stile neoclassico.
Il duomo, nonostante gli interventi subiti nei secoli, conserva ancora elementi dell'edificio romanico originario: l’esterno dell'abside, i campanili, il deambulatorio (corridoio che gira intorno all’abside), la cripta. All’esterno il muro dell'abside mostra la tipica decorazione romanica ad archetti pensili, visibile anche sui campanili, che presentano inoltre la successione di aperture monofora-bifora.
All’interno la cripta, posta sotto il coro e il deambulatorio, poggia sulla roccia ed è stata realizzata in momenti diversi: la parte più antica, dedicata a San Besso, ha andamento anulare con volte a crociera sostenute da colonnine e capitelli tronco-conici; la parte più recente, intitolata a San Gaudenzio e risalente al XII-XIII sec, si distingue per i capitelli decorati con motivi vegetali-zoomorfi e gli affreschi tardo romanici e tardo gotici. Tra i soggetti si riconoscono due santi guerrieri, San Gaudenzio, un'Annunciazione ed una Vergine con Bambino tra i santi Cristoforo ed Antonio Abate, opera attribuita a Giacomino da Ivrea, artista attivo in Canavese nel XV sec.
Chiese romaniche nelle vicinanze
- Chiesa di Santo Stefano di Sessano - Chiaverano
- Chiesa di Santa Maria Maddalena - Burolo
- Chiesa SS.Pietro Paolo di Pessano - Bollengo
- Campanile di San Martino di Paerno - Bollengo
Cosa visitare in città
- Il Convento di San Bernardino, edificato negli anni compresi tra il 1455 e il 1465, deve la sua erezione al culto verso il Santo senese che, secondo la tradizione e fonti storiche, aveva toccato Ivrea, nel 1418, durante la predicazione itinerante volta a contenere il diffondersi di nuove idee ereticali
- L'imponente Castello di Ivrea, situato nella parte alta della città, fu costruito nel 1358 su committenza di Amedeo VI di Savoia per scopi difensivo. Il poderoso edifico è a pianta quadrata, con vasto cortile, rafforzato agli angoli da slanciate torri cilindriche, di cui la maggiore fu gravemente danneggiata nel 1676 da un fulmine.
- Il Laboratorio - Museo Tecnologicamente promuove la conservazione delle produzioni che illustrano l’evoluzione storica delle tecnologie meccaniche ed elettroniche dello scrivere, del calcolo, dell’elaborazione dati e delle scienze dell’informazione con particolare risalto all’attività e alle realizzazioni dell’Olivetti, azienda che fu leader nel mondo in questi settori.
- Il Museo Civico P.A.Garda è stato riaperto dopo trent’anni di inattività e si propone come spazio privilegiato dell’offerta culturale della Città di Ivrea. Oltre alle collezioni permanenti, gli ambienti interni e il cortile ospitano mostre temporanee, festival, incontri e iniziative ideate in collaborazione con le realtà culturali del territorio.
- Il MAAM (Museo dell'Architettura Moderna) inaugurato nel 2001, si sviluppa lungo un percorso di circa due chilometri che interessa via Jervis e le aree contigue su cui sorgono gli edifici più rappresentativi della cultura olivettiana
- Salone del Palazzo Vescovile. Sulle quattro pareti della grande sala di rappresentanza posta al centro del piano nobile del palazzo episcopale, l’antica sala del trono, si possono ammirare gli affreschi raffiguranti il territorio della diocesi, con la città di Ivrea posta sotto la protezione dei santi patroni e della Vergine Assunta.