< Ecomuseo AMI

Quello di ecomuseo è un concetto complesso e che non trova una definizione univoca. Molti studiosi e operatori lo legano a un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali e a un patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevante e degno di tutela, conservazione e valorizzazione.

Non esiste l’”Ecomuseo” per antonomasia: ogni ecomuseo è concepito e costruito con e sul territorio. Tuttavia è universalmente riconosciuto che un ecomuseo, per potersi definire tale, debba possedere alcuni requisiti:

  •  un territorio (inteso in senso fisico di “spazio” e anche in quanto “memoria storica”),
  •  una comunità (gli abitanti, gli amministratori, le associazioni e in generale tutti coloro che vivono il territorio)
  • un progetto (ideato dalla comunità, con obiettivi ben definiti e condivisi, finalizzato ad accrescere le risorse sul territorio attraverso un vero processo di sviluppo locale).

La Regione Piemonte, con la nuova Legge Regionale (L.R. 13/2018) per il Riconoscimento degli ecomusei del Piemonte, definisce così un ecomuseo: "Gli ecomusei, ai fini della presente legge, sono strumenti culturali di interesse generale e di utilità sociale orientati a uno sviluppo locale sostenibile, volti a recuperare, conservare, valorizzare e trasmettere il patrimonio identitario, culturale, sociale, ambientale, materiale e immateriale di un territorio omogeneo, attraverso la partecipazione delle comunità locali in tutte le loro componenti (art.1, comma 2)".

Infine, una sintetica  e puntuale definizione di "ecomuseo" è quella contenuta nella Carta di Catania del 2007: “L’ecomuseo è una pratica partecipata di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, elaborata e sviluppata dalla comunità locale anche per il tramite di un soggetto organizzato nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.”

Tra le colline del Piemonte l’Anfiteatro Morenico di Ivrea (AMI) si distingue per il suo valore geologico di primaria importanza a livello mondiale. Questo imponente complesso di cerchie moreniche concentriche si estende tra Canavese e Biellese allo sbocco dal grande varco attraverso le Alpi Occidentali che introduce nella Valle d’Aosta.

Terzo per estensione degli anfiteatri morenici italiani dopo quelli del Garda e del Verbano (505 km2), l’AMI fu edificato dal Ghiacciaio della Dora Baltea (Ghiacciaio Balteo) nel corso di una decina di glaciazioni succedutesi a partire da 900 mila anni fa nella seconda parte del Periodo Quaternario.

Le sue cerchie marcano con evidenza le massime espansioni ciclicamente raggiunte dal ghiacciaio proveniente dalla Valle d’Aosta: queste morene terminali distano fino a 120 km dalla fronte dei ghiacciai attuali del Monte Bianco e vanno a sbarrare la Pianura Padana per oltre metà della sua larghezza tra le Alpi e la Collina di Torino. La Valle d’Aosta che generava il ghiacciaio è il bacino montano con la maggiore elevazione media di tutte la catena alpina (2100 m s.l.m.), circondato da montagne altissime che si elevano fino a oltre 4000 m a breve distanza dalla pianura, e questa situazione è all’origine dell’inusuale possanza dell’anfiteatro.

L’Anfiteatro Morenico Ivrea si caratterizza per una depressione interna formata da un’estesissima pianura fluviale agricola (200 km2) sviluppata tra i 250-215 m di quota, completamente circondata dall’alto rilievo morenico (300 km2) che raggiunge dislivelli fino a 700 m. Si realizza così un forte contrasto morfologico tra piana interna e cerchie moreniche in analogia con l’arena e gli spalti di un anfiteatro romano. Questo anfiteatro contiene due gioielli geomorfologici: la Serra d’Ivrea, un’imponente morena rettilinea lunga 16 km e pertanto la maggiore delle Alpi, esemplare modello di morena laterale e di sedimentazione al margine glaciale; all’interno della depressione si innalzano i Colli d’Ivrea, un gigantesco affioramento di rocce di crosta continentale sudalpina esteso per 21 km2, modellato sotto il ghiacciaio in collinette rocciose inframmezzate da profondi bacini lacustri (Sirio, San Michele, Pistono, Campagna, Nero), con diffuse rocce montonate, levigature, strie glaciali e solchi, oltre a numerosissimi massi erratici. Le varie depressioni dell’AMI ospitano altri dieci laghi e un’infinità di stagni e torbiere: i maggiori si estendono al termine della piana interna (Viverone, Candia) e altri minori sono racchiusi in alto tra le morene (Bertignano, Alice, Meugliano).

 

Dott.Franco Gianotti  - Dipartimento di Scienze della Terra dell' Università degli Studi di Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Ecomuseo dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea (AMI), costituito il 16.01.2008, associa Comuni, Enti Locali, Associazioni e Istituzioni culturali.

È cioè un'associazione di secondo livello senza fini di lucro: una federazione di soggetti autonomi (per programmi e per risorse), diversi (per storia, per obiettivi, per focalizzazione, etc.), che si riconoscono portatori di eguali diritti e eguali doveri, uniti dal desiderio di dare maggior respiro e maggiore incisività a quanto già stanno facendo, per questo territorio, attraverso una più intensa collaborazione reciproca e lo sviluppo di nuove sinergie.

Riferimenti

L’Ecomuseo assume, come proprio riferimento fondante, la Convenzione Europea del Paesaggio (CEP), siglata a Firenze nell’ottobre 2000 e divenuta legge dello Stato Italiano nel gennaio 2006, ed assume, come territorio di riferimento, l’Anfiteatro Morenico di Ivrea.

Monumento geologico unico al mondo per l’intatta morena a cerchio concluso che lo delimita (oltre 600 kmq l’estensione del catino interno e l’arco di colline circa 80 km), l’Anfiteatro Morenico di Ivrea comprende 85 Comuni ed interessa i territori di tre Province: Torino (circa l’80% dell’area), Biella (16%) e Vercelli (4%).

Obiettivi strategici

Gli obiettivi strategici dell'Ecomuseo AMI sono:

  • favorire il recupero e la valorizzazione della cultura tradizionale, materiale ed immateriale delle Comunità dell’Anfiteatro Morenico
  • favorire il rafforzamento, l’aggiornamento e la diffusione di una condivisa appartenenza territoriale e culturale tra gli abitanti dell’AMI
  • favorire e stimolare lo sviluppo locale delle comunità dell’AMI mediante iniziative culturali compatibili con il territorio, finalizzate a mobilizzare e valorizzare le molteplici risorse in esso presenti.

Per raggiungere tali obiettivi, l’Ecomuseo AMI agisce da un lato come nodo centrale della rete formata con gli Associati, fornendo loro un insieme di servizi a valore aggiunto; dall’altro agisce come laboratorio di sviluppo, promuovendo iniziative di interesse generale per gli Associati e per le comunità nelle quali essi si collocano.

I programmi permanenti

I programmi permanenti dell’Ecomuseo AMI comprendono:

  • Attività rivolte alle scuole, ai residenti, al personale dell’Ecomuseo e degli Enti associati
  • Attività volte a rafforzare la conoscenza e la valorizzazione del territorio, della sua cultura e del senso di appartenenza ad entrambi
  • Attività volte a far conoscere e valorizzare le potenzialità del territorio nel settore del turismo culturale ed eco-compatibile e nella produzione di conoscenza, beni e servizi.

 

 

 


 

L'Ecomuseo AMI aderisce a:

Condividi

Seguici