Quello di ecomuseo è un concetto complesso e che non trova una definizione univoca. Molti studiosi e operatori lo legano a un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali e a un patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevante e degno di tutela, conservazione e valorizzazione.
Non esiste l’”Ecomuseo” per antonomasia: ogni ecomuseo è concepito e costruito con e sul territorio. Tuttavia è universalmente riconosciuto che un ecomuseo, per potersi definire tale, debba possedere alcuni requisiti:
- un territorio (inteso in senso fisico di “spazio” e anche in quanto “memoria storica”),
- una comunità (gli abitanti, gli amministratori, le associazioni e in generale tutti coloro che vivono il territorio)
- un progetto (ideato dalla comunità, con obiettivi ben definiti e condivisi, finalizzato ad accrescere le risorse sul territorio attraverso un vero processo di sviluppo locale).
La Regione Piemonte, con la nuova Legge Regionale (L.R. 13/2018) per il Riconoscimento degli ecomusei del Piemonte, definisce così un ecomuseo: "Gli ecomusei, ai fini della presente legge, sono strumenti culturali di interesse generale e di utilità sociale orientati a uno sviluppo locale sostenibile, volti a recuperare, conservare, valorizzare e trasmettere il patrimonio identitario, culturale, sociale, ambientale, materiale e immateriale di un territorio omogeneo, attraverso la partecipazione delle comunità locali in tutte le loro componenti (art.1, comma 2)".
Infine, una sintetica e puntuale definizione di "ecomuseo" è quella contenuta nella Carta di Catania del 2007: “L’ecomuseo è una pratica partecipata di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, elaborata e sviluppata dalla comunità locale anche per il tramite di un soggetto organizzato nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.”